Facebook time – da social network a web site a social search engine?
With Facebook Pages – Who needs a Website? Questo il titolo di un post recentemente pubblicato da Paul Dunay, al momento impegnato nella scrittura di un libro intitolato “Facebook Marketing for Dummies“, la cui pubblicazione è prevista alla fine della prossima estate.
La domanda legittima che l’autore si pone, parte da una serie di osservazioni sulle concrete funzionalità offerte dal ben noto social network, da tempo oramai, sotto la luce dei riflettori. Il quesito sembra voler sollevare provocatoriamente l’idea che la tendenziale e progressiva espansione di facebook possa accompagnarsi ad una conseguenziale riduzione di necessità da parte delle aziende di utilizzare i siti web per promuovere il proprio business.
In sostanza, l’autore sottolinea che con le cosiddette Facebook Fan pages, chiunque può creare dei propri siti web, godendo di una serie di forti vantaggi. Si tratta, infatti, di siti liberi dai costi di hosting e server, facilmenti indicizzabili dai motori di ricerca grazie ad URL individuali per le singole landing pages. Siti che offrono la possibilità di pubblicare video, cataloghi prodotti con dettagliate descrizioni commentabili dagli utenti, pubblicizzare eventi, concorsi e sondaggi e che rendono possibile aggiornare il proprio status tramite twitter o, utilizzando direttamente la piattaforma . Da non sottovalutare, infine, la funzionalità che consente l’invio di email gratuite ai propri fan e l’acquisto di pubblicità targettizzata.
Un’eventuale critica che può esser mossa a tale ipotesi predittiva, poggia sull’assunto in base al quale, se da un lato è concreta la possibilità, per chiunque abbia un minimo di conoscenza web, di creare in poco tempo un proprio sito su facebook, dall’altro, l’invio massivo di richieste d’amicizia come strumento aggiuntivo per promuoverlo, può generare nei destinatari risposte di rifuto del tutto simili a quelle tipiche del fastidioso ed invasivo spam.
A tale considerazione, tuttavia, se ne aggiunge un’altra di interesse analogo, se non addirittura maggiore, da valutare alla luce dei recenti dibattiti incentrati sugli scenari futuri della cosiddetta social search, il metodo di ricerca che valuta la rilevanza dei risultati considerando le interazioni o i contributi degli utenti. In questo caso, l’interrogativo da porsi diviene: “Se Facebook divenisse il nuovo Google?“. Potrebbe accadere in un futuro prossimo che l’utente, anzichè cercare su Google il nome di un albergo, effettui la ricerca direttamente su facebook e lo valuti sulla base del numero degli amici, dei feedback ricevuti e delle foto pubblicate direttamente dai clienti?
Rispondere oggi a un simile quesito è cosa non facile e le opinioni dei commentatori sembrano muoversi in diverse direzioni. Vi è chi sostiene che la sostituzione di un colosso storico come Google ad opera di un social network, se non effimero, quantomeno di più recente nascita, attraverso l’autodotazione di un motore di ricerca interno universale, è cosa improbabile. C’è, poi, chi afferma che le due realtà continueranno a rivaleggare e a fronteggiarsi: si pensi, a tal proposito, alla disputa tra Google friend connect e Facebook connect. Vi è, infine, chi prefigura l’avvento di una progressiva integrazione tra le due piattaforme.
Un esempio a conferma di quest’ultima ipotesi è costituito da Sidestripe, un motore di ricerca sociale che tramite Facebook Connect consente di trovare informazioni grazie ai pareri e suggerimenti dei propri amici sul noto social network.
Ancora una volta, per scoprire quale sarà la strada intrapresa nei termini di quella che pare configurarsi come una nuova tappa evolutiva del network, bisognerà attendere.